12-08-2008 13:39

La crisi di Manaudou

Il crollo psicologico di Laure Manaudou e l'incognita se continuare o lasciare

''Non ho piu' voglia di nuotare - ripete quasi choccata Laure Manaudou - in questo momento sono contenta di avere il sostegno della mia famiglia, che crede in me. E' la cosa che mi incoraggia, sul futuro vedremo. Ma e' difficile gareggiare e
arrivare settima o ottava''.
A Pechino la francese ha ancora una gara individuale da fare: i 200 dorso, specialita' in cui ha
vinto il titolo europeo lo scorso marzo a Eindhoven. Ma dopo l'ennesimo flop potrebbe anche decidere di non presentarsi e
chiudere qui il brutto passaggio a Pechino.
Il suo allenatore,Lionel Horter, e' convinto che restera' a gareggiare: ''Non ho alcuna informazione che mi faccia pensare il contrario, e' una ragazza in difficolta', ma aspettiamo prima di parlare''. Che sia adieu oppure no, la regina ora e' senza corona: sulla testa solo un asciugamano bianco, tirato giu' fino agli occhi. A coprire le lacrime, a cancellare i ricordi.
Dopo l'umiliazione subita con l'ultimo posto nei 400 stile libero, la gara in cui quattro anni fa ancora non maggiorenne
vinse l'oro, la Marianna della vasca e' costretta a ingoiare un altro boccone amaro, con il settimo posto nei 100 dorso. ''Sono affranta, mi chiedo se vale la pena continuare a nuotare'' ha detto la ventiduenne scappando via dalla piscina.
 
Sono lontani i tempi in cui il circo mediatico era tutto per lei, quando le zone miste delle piscine di tutto il mondo
avevano corner dedicati solo alla principessa transalpina. Per i record inanellati, le medaglie conquistate, con numeri da
capogiro: 3 olimpiche, di cui una d'oro, sei mondiali e 13 europee. Ma molto per le sue burrascose storie d'amore: prima
fra tutte quella con il siciliano dell'Italnuoto, Luca Marin.
Love story a distanza, alimentata da 500 sms quotidiani,
peluche a grandezza d'uomo, fughe rocambolesche, ma finita male, con tanto di veleni, anello sbattuto in faccia e un altro
nuotatore, stavolta compagno di nazionale, tra le cui braccia buttarsi. Una vita all'insegna del troppo e presto, una parabola che ricorda quella di un'altra baby prodigio della piscina, bella e irrequieta, Franziska van Almsick, capace di partecipare a soli 14 anni alla sua prima Olimpiade, esplodere a suon di record e ori, per poi tramontare prima del tempo.

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